Speranza di pace

Il gemellaggio tra una chiesa luterana tedesca, una chiesa riformata francese e una chiesa battista italiana si offre come un’occasione preziosa per riflettere sulla pace

L’ambientazione è Ravensburg, nella Germania del Sud. L’occasione è quella di un incontro tra tre chiese: la chiesa luterana di Ravensburg, la chiesa riformata di Montélimar (Francia) e la chiesa battista di Rivoli, avvenuto dal 29 ottobre al 1° novembre scorsi nell’ambito di un gemellaggio tra le tre città e le tre chiese che dura da ormai più di quarant’anni. Il testo biblico è quello di Isaia 11, 1-9, scelto dai pastori di Ravensburg per la riflessione fatta, in tre lingue, nel culto domenicale celebrato insieme. E quello che segue sono tre istantanee da quei giorni passati in Germania, e ciascuna a modo suo dà corpo alla visione di pace di Isaia. Procediamo in ordine cronologico…

Pace tra le chiese. Alla fine di una passeggiata entriamo nella chiesa storica, protestante, di Ravensburg, austera ed enorme. Una chiesa che testimonia delle due anime della città, cattolica e protestante, e di una convivenza, una volta tormentata e alla fine apprezzata. Una chiesa in origine appartenente all’ordine carmelitano che, nei secoli successivi alla Riforma, ospitava credenti sia cattolici sia protestanti – separati da una parete eretta in mezzo alla chiesa! La città infatti non volle schierarsi né dall’una né dall’altra parte in materia di fede, come era invece consuetudine allora, e così ha sdoppiato tutto: due sindaci, due farmacie… due di ogni cosa: una cattolica e una protestante. Ma ciò che all’inizio era separazione è poi diventato tolleranza e alla fine pacifica convivenza. E quando sono arrivati i predicatori della Controriforma, le porte della città sono state loro sbarrate: i cittadini erano arrivati ad apprezzare la loro libertà e la convivenza delle fedi. Una convivenza pacifica che dura fino a oggi, tra il 25% della città costituito dai protestanti odierni e i loro concittadini cattolici, entrambi molto attivi nel lavoro ecumenico.

Pace tra i popoli. Nel culto domenicale il pastore racconta la testimonianza di un anziano signore francese, attivo nel programma di gemellaggio dal suo inizio nel 1965. In quegli anni non era così scontato che francesi e tedeschi si potessero incontrare da amici (gli italiani si sono inseriti nel gemellaggio qualche anno più tardi). Dopo venti anni, i ricordi dell’ultima guerra erano ancora molto vivi. Nel primo incontro tra le chiese di Ravensburg e Montélimar, due uomini, uno appartenente alla delegazione tedesca e uno a quella francese, si sono resi conto che si erano già incontrati in passato: sul campo di battaglia. Avevano entrambi combattuto nella stessa battaglia, ma da nemici, l’uno contro l’altro, su fronti opposti. Si trovarono quel giorno di nuovo l’uno di fronte all’altro, ma quella volta si abbracciarono, e la pace instaurata fra le nazioni divenne concreta nella pace fra questi due uomini, fratelli nella fede. Una pace e un’amicizia che anche noi, quaranta anni dopo, in tempi di tensioni soprattutto economiche, abbiamo sperimentato nel nostro incontro con i fratelli e le sorelle tedeschi e francesi.

 

Pace con il creato. Siamo seduti in cerchio per lo studio biblico e stiamo discutendo un testo della Genesi: il racconto della creazione, che ci è stato proposto per la riflessione comune sul rapporto tra l’essere umano e il resto del creato. Si parla di come l’essere umano ha dominato sul creato, guidato dalla sua voglia di potere e di denaro, dal suo desiderio di essere «dio», usando troppo spesso la sua intelligenza e la sua tecnologia per distruggere, invece che per curare e proteggere. Emerge insomma un quadro un po’ sconsolato… Ma quando entro in casa della famiglia che mi ospita, durante i giorni passati a Ravensburg, capisco che il rapporto tra essere umano e natura può essere diverso, può cambiare. La casa è costruita, insieme ad altre quattro, quasi interamente in legno. Ha una struttura che rende minima la dispersione di calore. Da un piccolo torrente dietro casa si ricava energia elettrica, e l’acqua piovana viene raccolta e usata per il funzionamento dei bagni. L’intelligenza e la tecnologia umane possono essere usate a fin di bene, possono contribuire al rispetto e alla pace fra noi e il creato di cui facciamo parte.

Tre paesi, tre città, tre chiese, tre gruppi di credenti, tre lingue. Tre esempi di pace che nel loro piccolo insegnano come la speranza di pace del Regno di Dio, di cui parla il profeta Isaia, può essere sperimentata in parte già qui e ora. E una fede, quella in Gesù Cristo, che è il fondamento di ogni pace, anche quella che abbiamo sperimentato nei bei giorni passati a Ravensburg.

 Helene Fontana

(da “Riforma” numero 44 del 2011)

Marzo 22, 2012

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