150 anni di battismo in Italia

La presenza battista nel nostro paese: dagli inizi ai giorni nostri

di Emmanuele Paschetto

Nel 1863 due pastori battisti inglesi, James Wall e Edward Clarke, fecero un giro nel nostro paese per esaminare la possibilità di intraprendervi un’opera missionaria. Nello stesso anno il Wall si stabilì a Bologna, mentre il Clarke iniziava nel 1866 un lavoro a La Spezia, dando vita alla «Spezia Mission for Italy» e fondando la prima chiesa battista nel nostro paese, tuttora esistente. Nel 1870, dopo la presa di Roma, la Southern Baptist Convention (SBC), del sud degli Stati Uniti, stabiliva nella nuova capitale una base di evangelizzazione con un suo missionario, sostituito nel 1873 dal pastore George B. Taylor. Sempre nel 1870 la Baptist Missionary Society (Bms), inglese, nominava Wall suo agente per l’Italia. Queste due missioni crearono nel 1884 l’Unione Cristiana Apostolica Battista (Ucab), che raccoglieva le comunità del ramo inglese e americano, con circa 800 membri battezzati, sparsi in una ventina di località, e 25 pastori ed evangelisti. Nello stesso anno fu fondato un mensile «Il Testimonio» che sarà l’organo dei battisti italiani fino al 1992, quando venne sostituito dal settimanale «Riforma», comune a valdesi, battisti e metodisti. La «Spezia Mission» non entrò in questa Unione, pur conservando con essa buoni rapporti, e proseguì la sua opera con un gruppo limitato di comunità, agendo particolarmente nel settore dell’assistenza all’infanzia abbandonata e dell’istruzione. Nel 1900 l’Ucab contava circa 2000 membri battezzati, con una quarantina di pastori, evangelisti e missionari e oltre 40 località dove si tenevano regolarmente i culti. Nel periodo che precedette la prima guerra mondiale vi fu un notevole sforzo per allargare la presenza battista in Italia e inserirsi nel contesto socio-culturale del nostro paese: furono seguiti con molto interesse le vicende del movimento operaio e i tentativi del «modernismo» di rinnovare la Chiesa cattolica. Nel 1901 si aprì a Roma la Scuola Teologica Battista, nel 1907 si diede vita al Seminatore, un periodico di evangelizzazione tuttora esistente. Poco dopo venne fondata una rivista di cultura religiosa, Bilychnis, che per oltre un ventennio fu un punto di riferimento per gli studi teologici e storico-religiosi in Italia e in Europa. La Missione battista americana. Alla vigilia della prima guerra mondiale, i battisti in Italia erano 2200, con 64 pastori a cui si aggiungevano circa 400 membri della Missione della Spezia. Dopo la guerra, che vide diminuire massicciamente l’aiuto delle missioni, la Bms lasciò l’Italia e passò proprietà, comunità e dipendenti alla Missione americana. Nel 1923 nacque così l’Opera Cristiana Evangelica Battista d’Italia, con 51 chiese e 2240 membri. Durante il regime fascista vi furono restrizioni e vessazioni che portarono – fra l’altro – alla chiusura di alcuni locali di culto, delle riviste Bilychnis e Conscientia e delle scuole elementari della Missione della Spezia. La crisi economica degli anni Trenta e la seconda guerra mondiale ridussero drasticamente l’aiuto americano fino ad annullarlo, e le difficoltà contribuirono ad arrestare il progresso del battismo italiano. La ripresa del dopoguerra permise la riapertura per un certo tempo a Rivoli, presso Torino, dell’Istituto Teologico Battista che era stato chiuso dopo la crisi degli anni Trenta. L’Opera si trasformò nel 1956 in Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia (Ucebi), acquisendo maggior autonomia rispetto alla Missione battista americana, autonomia che divenne totale nel 1978. Fin verso il 1960 il numero dei membri crebbe, giungendo ad oltre 5000. Nel 1966 la Missione della Spezia, che dal 1953 aveva preso il nome di Associazione Missionaria Evangelica Italiana, confluiva nell’Ucebi. Le relazioni fra gli evangelici storici si erano rafforzate dopo la guerra. Nel 1946 fu creato il Consiglio Federale delle Chiese Evangeliche e nel 1967 nacque la Federazione delle Chiese Evangeliche Italiane (Fcei) con valdesi, metodisti, battisti, luterani, Esercito della Salvezza. I Giovani battisti, metodisti e valdesi fondarono nel 1969 la Federazione Giovanile Evangelica Italiana (Fgei). Nel 1976 nasceva la Federazione Donne Evangeliche Italiane (Fdei) a opera delle Unioni Femminili valdesi, battiste e metodiste, che in seguito si allargava alle donne luterane, avventiste, salutiste e riformate del Canton Ticino. I movimenti politico-sociali degli anni sessanta-settanta ebbero un forte impatto sulle chiese battiste italiane che cominciarono a perdere membri: a centinaia i giovani lasciarono le chiese, che giudicavano conservatrici e incapaci di accogliere le istanze di una società in radicale cambiamento. Negli anni ottanta si procedette ad una riorganizzazione del battismo italiano mediante il rinnovamento di un patto e l’attuazione di un “Piano di cooperazione” tra le chiese per sostenere la testimonianza comune: questo processo si concluse nel 1990 con l’approvazione di una Confessione di Fede da parte dell’Assemblea Generale. Nel 1982 fu introdotto il pastorato femminile e nel 2004 a pastora Anna Maffei fu la prima donna eletta presidente dell’Ucebi. Gli ultimi venti anni. Nel 1992 la SBC cedette le proprietà che possedeva in Italia e le attività che gestiva all’Unione Battista e questa firmava, nel 1993, le intese con la Repubblica Italiana, in attuazione dell’art. 8, della Costituzione. Negli ultimi anni una grave crisi finanziaria ha causato la dismissione di diverse proprietà di valore. Attualmente la situazione economica sembra essersi stabilizzata, ma le chiese non godono di una particolare prosperità dal punto di vista spirituale. La grande novità dell’ultimo decennio è costituita dall’entrata nell’Ucebi di oltre quaranta comunità di stranieri, con circa 2400 membri, mentre le chiese e i gruppi italiani sono attualmente poco meno di novanta, con 3600 membri. Fanno parte dell’Unione Battista quindi circa 130 chiese e gruppi, con 6000 credenti battezzati e una popolazione di oltre 10.000 persone. Alcune migliaia sono i credenti raccolti da altre organizzazioni più piccole che si richiamano ai principi battisti. Contemporaneamente si è sentita l’esigenza di rinnovare la liturgia e il canto: è stata creata la Scuola Asaf per preparare persone desiderose di impegnarsi in questo settore, è nata una corale battista nazionale e sta per essere pubblicato un innario che raccoglie oltre 300 canti nuovi, provenienti da tutto il mondo.

(dal settimanale Riforma numero 24 del 21 giugno 2013)

Giugno 21, 2013